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Cantare insieme come cura per una comunità malata di social

Dopo anni a Trapani si è tornati a teatro per cantare in coro le colonne sonore della nostra vita.

Non accadeva da anni. A Trapani era davvero tanto tempo che non ci si ritrovava all’interno di un teatro ad intonare tutti insieme canzoni che fanno parte del nostro vissuto e della nostra storia. Negli ultimi 10 giorni è successo 2 volte.

Trovarsi insieme, gomito a gomito, vicini di poltrona in teatro, a cantare brani che appartengono al DNA nostro e del nostro paese è un gesto di grande civiltà. Un rito collettivo che ci induce a guardare con un sano senso di inclusione chi ci sta accanto. Uno dei momenti in cui una comunità si riconosce tale. Potere della musica.
Era tanto tempo che a Trapani questo non accadeva. Di recente, nel breve volgere di una settimana, è accaduto due volte. Dieci giorni fa con Baglioni e la settimana scorsa con il concerto dei Friends will be Queen. Ovviamente non stiamo mettendo a confronto i due spettacoli: ci mancherebbe: il primo è una delle più importanti produzioni italiane dell’anno, che celebra uno dei maggiori autori pop italiani di sempre, l’altro è uno spettacolo di buona qualità, certamente professionale, ma portato in scena da non professionisti. Eppure entrambi i concerti hanno avuto il merito di far cantare il pubblico, in coro, felici di poter vivere quel momento e di poterlo condividere. Già, perché quella esperienza diventa nulla se non vissuta insieme agli altri. In altre parole, un momento in cui la comunità ha potuto guardarsi negli occhi e riconoscersi, includersi. Perché è questo il lavoro più sotterraneo che la musica e le canzoni sanno mettere in atto. Permetterti di ricordare te stesso e alcuni dei tuoi momenti cruciali, e di farlo con gli altri che, a te vicini in quel momento, danno forza al canto comune. E snocciolare in coro le parole delle canzoni ci conferma che siamo simili, appartenenti ad un unicum. Ed era davvero tanto che tutto questo a Trapani non accadeva. Era tanto che non si cantava insieme. A dirla tutta, era tanto che non ci si incontrava in un teatro al chiuso. Ed i sorrisi all’uscita dallo spettacolo, ci hanno raccontato di quanta serenità, anche se solo per poche ore, quella esperienza ha saputo portare nel cuore di chi c’era. La musica ed il teatro, due componenti di cui nessuno può fare a meno, tanto meno Trapani e i trapanesi. Perché anche noi abbiamo bisogno di cantare insieme e sentirci comunità. Per una volta, al riparo dalle dinamiche violente e crudeli dei social.

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