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Notte Bianca? No, notte in bianco.

Dura protesta di molti gestori di locali pubblici ieri sera, rimasti chiusi in dissenso con l'amministrazione.

Ieri sera molti locali del centro storico della città sono rimasti chiusi per protestare contro le modalità organizzative delle 3 notti bianche volute dall’amministrazione comunale.

“Chiediamo scusa ai nostri affezionati clienti, ai turisti preziosi come sempre e ai carissimi concittadini per la nostra improvvisa chiusura determinata dalla necessità di protestare contro una amministrazione comunale che, ancora una volta, non rappresenta né tutela noi commercianti, soprattutto in un’ ottica di crescita e prosperità del territorio”.

Si apre così il comunicato congiunto di una dozzina di locali notturni del centro storico di Trapani che ieri sera hanno lasciato chiusi i loro esercizi per protestare contro la gestione delle 3 famose notti bianche consecutive volute dall’amministrazione comunale nell’appena trascorso week end. Il nocciolo del contendere ce lo spiegano ancora gli esercenti:

“sabato sera, – scrivono nel comunicato – durante la seconda notte bianca – nel bel mezzo della serata, l’amministrazione guidata dal Sindaco Tranchida, che nell’ordinanza che regolamentava lo svolgimento delle 3 notti bianche consecutive, aveva previsto la possibilità per tutti gli esercenti di svolgere attività di intrattenimento fino alle 4 del mattino, decideva all’improvviso e d’imperio di far fermare ogni spettacolo promosso dai privati alle 2, prevedendo che solo le attività organizzate dal comune andassero avvanti fino alle 4. Più precisamente la serata da discoteca voluta dall’amministrazione alla Casina delle Palme. Quindi a partire dalle 2 nei locali il silenzio e alla Casina delle Palme il delirio: ma non finisce qui, perchè l’amministrazione nell’organizzare la serata da discoteca non ha previsto l’installazione dei bagni chimici, chiedendo, quindi, ai gestori dei locali, ormai spenti, di mettere a disposizione i propri bagni per il numeroso pubblico che stava ballando alla Casina delle Palme. Insomma, oltre al danno, economico e d’immagine, anche la beffa di essere usati e considerati come dei cessi pubblici.

Non si possono cambiare in corsa le regole del gioco, – concludono gli esercenti – chi ripagherà del danno noi gestori, i dj e i musicisti che, dopo essere stati scritturati, non hanno potuto lavorare. Noi pubblici esercizi ridotti al ruolo di bagni pubblici al servizio di una amministrazione arrogante e in pieno delirio di onnipotenza. No Signor sindaco, preferiamo perdere soldi restando chiusi ma guadagnare la nostra dignità professionale, e stasera le nostre saracinesche resteranno abbassate. “Notte bianca? No, notte in bianco!”

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