mercoledì, Settembre 18, 2024
23.5 C
Trapani
HomeCronacaPapania, le elezioni Regionali e la ricerca di voti

Papania, le elezioni Regionali e la ricerca di voti

L’affannosa ricerca di voti, scomodando il nuovo boss di Alcamo, non portò a niente. Angelo Rocca, il candidato dell’ex senatore del Pd Antonino Papania, non ottenne un risultato utile per far scattare il seggio nella lista “Popolari e Autonomisti” in provincia di Trapani, fermandosi a sole 3.361 preferenze.
Papania, impegnato nella caccia ai consensi, secondo quanto emerge dall’operazione antimafia della Dda di Palermo (dieci arresti, eseguiti dalla polizia all’alba di oggi), si sarebbe rivolto alla famiglia mafiosa alcamese di cui, dopo gli arresti che decimarono i vertici, era diventato reggente Francesco Coppola, mettendo mani al portafogli e sborsando la somma di duemila euro. Soldi in cambio di voti.
L’ex senatore avrebbe agito con il sostegno dell’ex vice sindaco di Alcamo Pasquale Perricone che nell’operazione avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra il fondatore del Movimento politico Via e il clan locale, riuscendo a strappare a Giosuè Di Gregorio, esponente della “famiglia” alcamese, la promessa di orientare i voti verso Angelo Rocca, con la benedizione del capomafia: “Dobbiamo votare a questo…questo è alla Regione…dobbiamo dare il voto a lui”. E a consegnare un primo acconto di 1500 euro a Di Gregorio sarebbe stato Perricone per conto di Papania: trenta banconote di cinquanta euro ciascuna. “E’ un acconto – diceva Di Gregorio, ignorando di essere intercettato – poi in questi giorni mi porta un’altra cosa”. Ergo, la restante somma del denaro pattuito. E Di Gregorio avrebbe anche organizzato, in un ristorante di Trapani una cena elettorale alla presenza del candidato che, però, restò fuori dall’Ars. Commentando il risultato delle Regionali, Di Gregorio dice: “Un mare di voti gli ho raccolto…Tra Marsala e Salemi… un mare di voti”. La sconfitta elettorale, però, non era stata presa bene da Papania che si sfoga con il suo autista, lamentandosi in particolare dell’operato di Perricone: “Pasquale lo scienziato della politica. E’ una testa di m…..a”. Ed ancora: “Ci ha fatto buttare duemila euro per mangiare una pizza con quattro spacciatori a Trapani”. Accuse anche a Di Gregorio: “E’ nuddru ammiscatu con nenti”.
All’autista, poi, l’ex senatore intercettato diceva di non andare spesso nel bar di Francesco Coppola in via Veneto perché quello era il suo quartier generale. Lì Coppola incontrava Di Gregorio che arrivava da Trapani. Il rischio era che i giovani agenti del commissariato di Alcamo -è scritto nell’ordinanza – che avevano sostituito quelli più anziani andati in pensione potessero immediatamente redigere una relazione di servizio. Dalla seconda metà di agosto e fino alle elezioni del 25 settembre del 2022 sarebbero stati monitorati numerosi incontri tra Di Gregorio e Perricone.
Papania è stato arrestato con l’accusa di voto di scambio elettorale politico-mafioso. Arrestato anche Pasquale Perricone. Angelo Rocca, invece, è risultato estraneo ai fatti.
Una nuova tegola, quindi, per l’ex senatore. Nel 2021 era stato assolto dalla prima sezione penale della corte di Appello di Palermo dall’accusa di voto di scambio.
Nel marzo 2019 il Tribunale di Trapani, invece, lo aveva condannato ad un anno. Il processo era incentrato sulle Amministrative del 2012 ad Alcamo e sulla costituzione di alcune onlus che avrebbero dato pacchi con cibo ai meno abbienti. Papania venne anche processato per concorso esterno in associazione a delinquere semplice.
  Venne, però, assolto per questo reato ma condannato a 8 mesi con la condizionale, in primo grado nel 2016, per voto di scambio, con altri imputati. Anche in quel caso venne poi assolto in appello nel 2019. Nel 2013 la Commissione nazionale di garanzia del Partito democratico, presieduta da Luigi Berlinguer decise di non candidare Papania alle elezioni politiche. Papania all’epoca disse: ”La mia posizione è, indiscutibilmente e senza equivoci, in maniera assoluta coerente e conforme non soltanto al codice etico del partito, ma anche e soprattutto a tutte le leggi in vigore in materia di incandidabilità. La commissione, essendo organo di garanzia, avrebbe dovuto attenersi rigorosamente ed esclusivamente a suddetta valutazione. Tuttavia sono uomo rispettoso del partito e delle istituzioni e perciò prendo atto, seppure con tanta amarezza, delle decisioni assunte, e ad esse mi attengo”. (Lu.Tod)

  • LO SPETTACOLO DELL’ALBA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE - INVENZIONI A TRE VOCI

Altre notizie