di Federico Tarantino
Cinque destinatari ben precisi ed un appuntamento per lunedì 22 febbraio alle 15,30 nella sala Fulvio Sodano del Comune di Trapani. Così si è mosso il sindaco Giacomo Tranchida che ha inviato una lettera a coloro i quali hanno presentato una manifestazione di interesse per l’assegnazione del titolo sportivo. Gli invitati alla riunione sono: Renato Picciotto, Ettore Minore, Carmelo Castelli, Roberto Lio e Francesco Di Deco. L’incontro si terrà in presenza con l’adozione di tutte le misure di prevenzione dal contagio ma, per coloro che, per motivi diversi, non potessero partecipare, verrà attivato collegamento on line con link riservato che sarà inviato esclusivamente agli indirizzi forniti. Alla corsa del Trapani si aggiungono quindi nuovi pretendenti. I ruoli di Renato Picciotto, Ettore Minore e Carmelo Castelli erano stati già definiti in precedenza. Francesco Di Deco è, invece, un avvocato, che nel mese di settembre rappresentò Simone Pillisio, che, come ascoltato telefonicamente, potrebbe essere interessato a valutare i requisiti della nuova società. Del tutto nuovo, invece, il nome di Roberto Lio, che potrebbe avere la delega di un ulteriore concorrente: nelle scorse settimane un imprenditore serbo si sarebbe avvicinato al nuovo sodalizio trapanese.
La presenza degli invitati alla riunione, però, è tutt’altra che scontata. Ognuno sembra intenzionato a proseguire per la propria strada e difficilmente si giungerà ad un accordo che possa prevedere i cinque soggetti riunirsi in un’unica realtà. Lunedì pomeriggio, quindi, si potrebbe uscire anche con un nulla di fatto, con l’avviso pubblico, la cui bozza è già pronta, che si avvicina. Un atto che sarà aperto anche ad altri eventuali pretendenti che vogliano investire nel mondo del calcio a Trapani. Alla base dell’avviso pubblico che segnerà la ripartenza dalla serie D sarebbe richiesta una società legata al territorio trapanese con forti richieste di garanzie economiche di chi vorrà intraprendere l’avventura in granata. Renato Picciotto appare in pole per la ripartenza della maglia granata: il suo nome è quello che chiede la tifoseria e l’investimento dell’imprenditore nell’edificio che per decenni ospitò la Banca d’Italia ne è certamente una prova.
