Sono stati gli stessi vertici dell’ASP, nel corso di una conferenza stampa lo scorso 15 giugno ad ammettere che la situazione è estremamente critica. I
medici in servizio nell’area di medicina di emergenza ed urgenza, per capirci il pronto soccorso, dovrebbero essere, tra tutti gli ospedali della provincia di Trapani, 82. In realtà in servizio ce ne sono solo 26. All’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani i medici in servizio sono 6 a fronte di una copertura organica di 20 medici di medicina di emergenza ed urgenza. Tutti gli altri, quando ci sono e sono disponibili a coprire i turni, vengono da altre aree mediche e sono, di fatto, e con il massimo rispetto di competenze e professionalità, dei tappabuchi. Anche se, va detto per dovere di cronaca e per amore di verità, si tratta di medici di altri dipartimenti la cui specializzazione, secondo le tabelle ministeriali, è compatibile con quella di medicina di emergenza e urgenza. Al pronto soccorso di Trapani risulta che vi sia stato anche un solo medico di guardia per un turno di 12 ore a fronte di un accesso medio giornaliero di 80 casi. Il caos, anche in queste ore è indescrivibile. Condizioni critiche
per i pazienti, ma anche per tutto il personale sanitario e per i medici. Condizioni che possono portare pazienti e accompagnatori all’esasperazione e i medici all’esaurimento delle energie fisiche e, soprattutto mentali, con grave calo della concentrazione e una più alta probabilità di andare incontro ad un errore di diagnosi.
Vivere queste condizioni, convivere con la paura di sbagliare o di non praticare le giuste terapie nei tempi e nei modi dovuti, può condurre i medici verso la sindrome di burn out. “Burn out” è un termine di origine inglese che letteralmente significa “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”. Il burnout è un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente, associato al contesto lavorative.
Pronto Soccorso di Trapani al collasso
Nell'area di emergenza c'è soltanto un medico in servizio per un turno di 12 ore.
