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Autonomia differenziata, superate le 500mila firme online

Superate le 500mila firme digitali sull’Autonomia differenziata.

Prima erano delle notizie non ancora ufficiali, da qualche giorno invece c’è la conferma.

Le 500 mila firme digitali sono quelle necessarie per la richiesta di referendum abrogativo sull’Autonomia differenziata.

Il raggiungimento arriva dopo appena tre settimane dall’inizio della raccolta online delle firme. La raccolta firme online è iniziata il 26 luglio e le 500 mila firme sono arrivate tre giorni fa, il 21 agosto.

A queste, chiaramente, si aggiungono le firme raccolte di presenza, nei banchetti organizzati nelle diverse Regioni. Secondo i dati riportati qualche settimana fa, si tratterebbe di migliaia di firme ottenute. Si parla, addirittura, di più di 150 mila firme.

A promuovere la raccolta firme, un comitato referendario costituito da un vasto schieramento di forze sociali, politiche, sindacali, associative e della società civile.

Tra i promotori ci sono il M5S, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva, +Europa, Partito della Rifondazione Comunista, l’ANPI, il WWF, Libera, l’ARCI, PD, UIL e CGIL.

La CGIL parla di questo raggiungimento come un primo passo. Si proseguirà infatti, durante tutto il mese, con la raccolta online. E si continuerà poi anche con i banchetti nelle piazze, nei posti di lavoro e nelle feste di partito.

«Se adeguatamente informati – scrive la CGIL – siamo convinti che gli elettori respingeranno il tentativo di dividere e indebolire il Paese, compromettendone la coesione sociale e le prospettive di sviluppo. Decisioni di questa portata non possono essere assunte in una logica di scambio tra forze politiche e al riparo da una discussione e un confronto pubblico, che invece devono coinvolgere il numero più ampio possibile di cittadine e cittadini, nelle cui mani va restituito il futuro dell’Italia».

Della stessa idea è anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.

«I cittadini – ha detto Conte – non vogliono vivere in un’Italia divisa, frammentata in tante regioni e in tutte le materie, dalla sanità all’istruzione, dai trasporti al commercio. Hanno compreso che ci rimetteremmo tutti, nessuno escluso. Non ci fermeremo qui, è solo l’inizio».

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