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“Non copiò al concorso”, assolto un vigile urbano di Erice

Dopo un calvario, lungo sette anni, il vigile urbano Francesco Candela è stato assolto dall’accusa di tentata truffa aggravata. La vicenda era incentrata su presunte irregolarità commesse durante il concorso per la stabilizzazione degli agenti della polizia municipale di Erice. La sentenza è stata emessa dal Tribunale di Trapani, presieduto da Daniela Troja. L’ agente è stato assolto con la formula “il fatto non sussiste”

Francesco Candela – assistito dall’avvocato Giuseppina Montericcio-  era stato coinvolto in un’indagine insieme alla collega Leonarda Asta. I fatti risalgono al novembre 2017, quando gli agenti della Digos fecero irruzione a Palazzo Sales, dove si stava svolgendo la prova del concorso. Entrambi, secondo la tesi accusatoria, vennero trovati in possesso di appunti, che furono sequestrati. Gli appunti, però, contenevano domande e risposte pubblicate sul sito del Comune di Erice qualche giorno prima dell’esame

Il Pubblico ministero aveva chiesto una condanna a otto mesi di reclusione e una multa di 400 euro per Candela. Nel frattempo, la coimputata Leonarda Asta aveva optato per la messa alla prova, un programma di lavori di pubblica utilità che, se concluso positivamente, estingue il reato.

Nel corso del dibattimento, la difesa di Candela ha dimostrato che il vigile non aveva l’intenzione di copiare, ma semplicemente di ripassare il materiale prima della prova.

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