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In attesa di verità da 44 anni

Erano le 20:59 del 27 giugno 1980. Tutto stava andando secondo i piani. Pochi attimi e, invece, è la fine. Quella fine ha un nome: strage di Ustica, il quarto disastro aereo italiano per numero di vittime. E ancora oggi si è in attesa di verità da 44 anni.

Nell’incidente, su cui ancora oggi ci sono tanti misteri e poche verità, morirono ottantuno persone. Sessantatré adulti, dodici bambini, due piloti, due assistenti di volo e due carabinieri. Di queste, solo 39 furono ritrovate.

In quell’aereo, che da Bologna sarebbe dovuto atterrare a Palermo, c’erano anche undici abitanti della provincia di Trapani. Tra questi, Alberto Bosco, 41enne di Valderice e titolare di un’officina.

Altri erano di Campobello di Mazara, come Guglielmo Norrito che sarebbe dovuto rientrare per giurare come consigliere comunale. Di Mazara del Vallo, invece, era Vito Gallo.

Un’intera famiglia era residente a Marsala: si tratta di Vito Fontana, Francesca e Carlo Parrinello. E poi, ancora, i piccoli Antonella e Giuseppe Diodato e Francesca e Giovanna Lupo di Castelvetrano e Andrea Guarano che rientrava dopo un viaggio di lavoro.

Tutte persone che, questa mattina, il Comune di Valderice ha voluto ricordare nella piazzetta “Largo Vittime strage di Ustica”, retrostante il Palazzo Municipale. Un momento commovente che ha l’obiettivo di non dimenticare quella strage su cui ancora oggi si attendono ancora tante risposte ma si è in attesa della verità da 44 anni.

A ricordare la strage, oggi, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«Nel cielo di Ustica, 44 anni or sono, si compì una strage di dimensioni immani – ha detto Mattarella -. La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica. Nel giorno dell’avversario desidero rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità e distorsioni e hanno sempre cercato di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento».

In attesa di verità da 44 anni
Alberto Bosco, 41enne di Valderice e titolare di un’officina.

Chiara Conticello

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