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Quando a Trapani c’era Porta Ossuna

La storia della antica Porta che non c'è più ma che continua a dare il nome alla strada davanti a Porta Botteghelle, lungo le Mura di Tramontana. E le sue origini ci portano al racconto delle vicende di Felice Serisso, tradito dalla moglie con uno schiavo "turco".

di Mario Torrente

La storia della antica Porta che non c’è più ma che continua a dare il nome alla strada davanti a Porta Botteghelle, lungo le Mura di Tramontana. E le sue origini ci portano al racconto delle vicende di Felice Serisso, tradito dalla moglie con uno schiavo “turco”.

L’iniziativa di Peppe Romano, che con il sostegno economico della Fidirete di Luigi Fasoni ha restaurato la targa di via Porta Ossuna, stradina ad angolo con corso Vittorio Emanuale ed a poca distanza da porta Botteghelle ed alle mura di Tramontana, ha permesso di puntare i riflettori su questo angolo del centro storico di Trapani. Un tempo l’antico quartiere di San Francesco. Dalla parte opposta, lato Marina, in asse con Porta Botteghelle, c’era invece Porta Ossuna, che ci riporta indietro nel tempo nella Trapani del 1611, quando venne dedicata al viceré Pietro Giron de Ossuna

Della secolare cinta muraria è rimasta solo Porta Botteghelle mentre Porta Ossuna è stata abbattuta tempo addietro. Probabilmente la targa con la scritta “Porta Ossuna” proviene dal versante della Marina e forse venne messa nella stradina ad angolo con corso Vittorio Emanuele e poco prima di Porta Botteghelle, a memoria della porta Scomparsa. Tra l’altro porta Botteghelle dai trapanesi viene chiamata anche  “Porta u Curso”, la Porta del Corso, visto che si trova vicino all’asse viario di quella che un tempo era la Rua Grande. Nell’altro lato dell’incrocio inizia invece via Serisso, che arrivava a Porta Ossuna. Ma questo varco nel versante sud della città era chiamato anche Porta Serisso, un nome che richiama un racconto rimasto nella memoria popolare trapanese.

La storia è quella del mercante Felice Serisso, tradito dalla moglie con un schiavo “turco” che aveva in casa. Dopo una serie di vicende, che portarono Felice Serisso in Tunisia dove erano fuggiti i due amanti, il marito tradito uccise l’ex schiavo e la moglie, a cui tagliò la testa che, una volta tornato a Trapani, espose alla cantonata della sua casa, che si trovava accanto a Porta Ossuna. Dopo un po’ ne fece una in marmo, sempre per esporla nell’angolo della sua abitazione che però, con gli anni e dopo la demolizione del palazzo, andò persa. Anni addietro, nell’angolo tra via Serisso e viale Regina Elena, è stata posizionata la testa di una donna, proprio a memoria della storia di Felice Serisso.

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