Otto consiglieri comunali di opposizione hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale aperto sull’approvvigionamento idrico del capoluogo. Il documento, proposto da Anna Garuccio, reca in calce le firme  di Gaspare Gianformaggio, Francesca Trapani, Chiara Cavallino, Giuseppe Lipari, Domenico Ferrante, Claudia La Barbera, Silvio Mangano. Nella premessa di richiesta di convocazione che passerà all’esame dei capigruppo consiliari per fissare la data, i consiglieri ricordano come i cittadini trapanesi, che pur hanno più volte conosciuto diverse crisi idriche nella loro storia, mai ne hanno vissuta una come quella ascrivibile agli ultimi dodici mesi.

In effetti anche la nostra redazione nel corso di questo anno, e soprattutto degli ultimi due mesi, ha ricevuto decine e decine di segnalazioni, sia dal centro storico di Trapani, sia dalla zona nuova, in cui i cittadini segnalavano la mancanza di acqua o una pressione insufficiente ad assicurare il riempimento di taniche e cisterne. Ne basta a sopperire le carenze di approvvigionamento d’acque il servizio di autobotti messo a disposizione dal servizio idrico integrato del comune. Sono molti – ricordano i consiglieri comunali – i trapanesi che ricorrono settimanalmente all’acquisto di autobotti private. Alcune famiglie hanno comunicato di acquistare anche due autobotti di acqua da 80 € ciascuna alla settimana.

I consiglieri, poi, puntano l’indice sul protocollo di intesa e scrittura privata tra Comune di Trapani e Siciliacque SPA attraverso il quale l’amministrazione comunale ha preferito acquistare acqua divenendo da creditore a debitore della stessa Sicilacque. Ad oggi risultano insufficienti gli ulteriori 40 L/s di acqua erogata da Sicilacque al  serbatoio di San Giovannello in aggiunta all’erogazione proveniente dalle sorgenti di Bresciana. Altra criticità proprio la storica fonte di principale approvvigionamento idrico in cui almeno 6 pozzi sarebbero fermi per guasti alle pompe di sollevamento e agli apparati di prelievo dell’acqua dal 2018, mentre altri tre sono malfunzionanti sempre dallo stesso periodo.

Insomma 9 dei 18 pozzi di Bresciana non erogano l’acqua che servirebbe a mantenere una standard accettabile di approvvigionamento idrico in città. A fronte di semplici riparazioni, sostengono i consiglieri comunali il bilancio del Comune di Trapani risulterebbe essere ingessato soprattutto a causa degli elevati costi nei confronti di Siciliacque. Nella richiesta di convocazione in seduta straordinaria ed urgente i consiglieri di opposizione chiedono che l’invito sia esteso agli amministratori condominiali.