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Palermo, scoperta serra di marijuana in casa: condannato per droga e furto di corrente

Nel cuore di Palermo, la casa di un trentaquattrenne, è diventata il centro di un’operazione di polizia che ha portato alla scoperta di una vera e propria serra di marijuana. All’interno dell’abitazione, le autorità hanno rinvenuto ben 104 piante di marijuana, alcune alte oltre un metro e 80 centimetri, e 620 grammi di “erba” già essiccata, accuratamente conservata nel bagno.

La serra era attrezzata con luci artificiali, aeratori, climatizzatori e deumidificatori, tutti collegati abusivamente alla rete elettrica dell’Enel. Nonostante il furto di corrente, l’Enel non ha sporto denuncia, portando l’uomo a essere condannato solo per il reato legato alla droga, con una pena iniziale di 8 mesi.

L’uomo, nel 2019, era stato condannato in primo grado dal tribunale sia per la coltivazione di marijuana che per il furto di corrente. In appello, però, a maggio dell’anno scorso, questa seconda contestazione era caduta perché l’Enel non aveva mai denunciato la sottrazione di energia elettrica, dando diritto all’imputato al riconoscimento delle attenuanti generiche. La pena era stata effettivamente ridotta a 8 mesi, ma, come ha sostenuto la difesa in Cassazione, nel conteggio mancherebbe proprio il computo di queste attenuanti.

Una tesi che i giudici hanno condiviso, annullando con rinvio la sentenza, e disponendo quindi che in un nuovo processo d’appello la condanna venga ricalcolata correttamente e inevitabilmente al ribasso.

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