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Trapani, madre e figlio assolti dall’accusa di bancarotta fraudolenta

Assolti per non aver commesso il fatto. La sentenza, emessa dal tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Enzo Agate, nei confronti di Guido Cantalicio e della madre Giovanna Spada accusati del reato di bancarotta fraudolenta. Il Pm, Antonella Trainito, invece, aveva chiesto tre anni di reclusione per la donna e tre anni e sei mesi per il figlio.
La vicenda è legata al fallimento delle ditte di abbigliamento Future e Gu.Gi. Mode di cui gli imputati erano, il figlio rappresentante legale e la madre socia. A giudizio era stato rinviato anche Giovanni Carlo Cantalicio, amministratore di fatto delle aziende, padre di Guido e marito di Giovanna Spada, ma il processo a suo carico è stato sospeso in quanto risultato irreperibile.
Secondo l’accusa madre e figlio avrebbero distratto somme di denaro dalle ditte fallite per sottrarle ai creditori. Nel corso del dibattimento, però, l’avvocato Josèmaria Ingrassia che assisteva i due imputati, grazie alla collaborazione d Cettina Barbera, consulente grafologa, ha dimostrato che Giovanni Carlo Cantalicio avrebbe operato all’insaputa del figlio e della moglie, ma soprattutto che le firme apposte da Guido Cantalicio sui libri e sulle scritture contabili erano false. I testimoni ascoltati in tribunale, poi, hanno escluso che le aziende fossero gestite da madre e figlio. “Durante il processo – dichiara l’avvocato Ingrassia – ho sostenuto e la sentenza mi ha dato ragione che la qualità di rappresentante legale o di socio non rende chi riveste queste cariche necessariamente responsabile del reato di bancarotta”. Ergo, il legale ha attaccato il principio della cosiddetta “responsabilità di posizione” generalmente ammessa dalla giurisprudenza.

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