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Pm di Milano : “commissione antimafia indotta in errore”

Un’inchiesta della Procura di Milano ha messo in luce legami preoccupanti tra alcuni ultras di Inter e Milan e attività illecite, evidenziando come il fenomeno sia stato sottovalutato anche dalla Commissione comunale antimafia.

L’inchiesta che ha dimezzato le curve di Milan e Inter con l’arresto di ben 19 ultras ogni giorno si arricchisce di nuovi dettagli. In particolare è finita sotto i riflettori la società nerazzurra per la gestione dei biglietti per la tifoseria organizzata. Nelle carte dell’ordinanza di custodia cautelare i Pm della Dda di Milano, Paolo Storari e Sara Ombra, sono categorici e tirano in ballo la società: “Ci fu una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia, indotta in errore dall’Inter”. L’accusa sostiene, quindi, che i rappresentanti del club nerazzurro abbiano presentato una versione che non rispecchiava la realtà delle dinamiche dello stadio. Ascoltati in Commissione antimafia del Comune di Milano, lo scorso 15 marzo, i due responsabili del club, infatti, secondo la tesi accusatoria avrebbero attestato “la totale sottovalutazione del fenomeno e il completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in malafede”. I magistrati parlano di una differenza di atteggiamento da parte dell’Inter: mentre verso l’esterno il club parrebbe rispettoso delle regole, internamente sembrerebbero esserci stati episodi di gestione meno rigorosa. Secondo i pm, dunque, l’Inter avrebbe assunto una “duplicità di atteggiamento: uno rivolto all’interno, dove le regole organizzative vengono pretermesse; l’altro rivolto all’esterno, dove le medesime regole sono oggetto di formale ossequio”. L’inchiesta avrebbe rivelato un vero e proprio business sulla gestione dei biglietti e degli ingressi illeciti a San Siro, con un vorticoso giro di denaro per la Curva Nord e la Curva Sud. Le figure di spicco del tifo organizzato sono principalmente accusate di associazione a delinquere, nel caso della Curva Nord aggravata dal metodo mafioso e dalle infiltrazioni della ‘ndrangheta, estorsione e pestaggi. Dall’inchiesta sarebbero emerse soprattutto le pressioni esercitate dai capi ultras interisti sull’allenatore Simone Inzaghi, a cui si rivolgevano sia per lamentarsi del rendimento in campo dei giocatori sia per intercessioni con i piani alti del club. Emerge da una intercettazione che al mister venne persino chiesto di intercedere presso il presidente Marotta per ottenere 1.500 biglietti per la finale di Champions League contro il Manchester City a Istanbul, per poi rivenderli a dieci volte il prezzo di mercato. In quell’occasione i vertici del tifo neroazzurro avrebbero contattato anche gli ex calciatori Marco Materazzi e Javier Zanetti, attuale vicepresidente del club, riuscendo nel loro obiettivo, cioè ottenere più biglietti possibili per poi rivenderli. Per il momento, comunque, nessun dirigente è indagato. Nei confronti di Inter e Milan è stato adottato il cosiddetto “procedimento di prevenzione” ovvero sia una sorta di “rimprovero” per la disorganizzazione o per il cedimento a intimidazioni e per aver agevolato l’attività di indagati.

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