di Fabio Pace
L’Open Arms, la nave della omonima organizzazione non governativa spagnola a bordo della quale operano anche i volontari di Emercency, dopo più di 20 ore di navigazione è giunta ieri nelle acque trapanesi e si è fermata in rada, poco lontano dalla costa trapanese. L’indicazione di navigare verso Trapani è stata data dal Ministero dell’Interno, mentre l’ordine di intervento sul naufragio al largo delle coste libiche è giunto dalle unità militari di pattugliamento nel canale di Sicilia che fanno riferimento a Frontex. Già ieri sera erano saliti a bordo della imbarcazione umanitaria operatori della Croce rossa che hanno eseguito alcune visite e i primi tamponi, soprattutto sui minori non accompagnati, che sono 76, dei quali è stato previsto il trasferimento attraverso le motovedette della capitaneria di porto – guardia costiera di Trapani, per poi procedere verso un porto dove saranno accolti in strutture protette. A bordo dell’unità 259 migranti, 247 uomini e 12 donne, salvati dal naufragio nelle acque del mediterraneo, e cinque corpi senza vita, tre uomini e due donne, sui quali è stata disposta una ispezione cadaverica prima del riconoscimento,ove possibile e del seppellimento nel cimitero di Trapani. L’ Open Arms non entrerà nel porto del capoluogo, almeno non entrerà con a bordo migranti, tutte persone che giungono prevalentemente da Eritrea, Togo, Sudan, Guinea, Burkina Faso, Somalia, Burundi, Ghana, Etiopia, Costa d’Avorio e che prima di arrivare sulle coste libiche hanno attraversato le piste del Sahara. Alcuni di loro sono in viaggio verso l’Europa da un anno e più. Stamani sono iniziate le operazioni di trasbordo degli adulti sulla nave quarantena Adriatico che è alla fonda nel tratto di mare antistante le Mura di Tramontana.