Dopo anni di colpevole distrazione la Regione Siciliana attraverso l’assessorato regionale alla famiglia ha ripartito 4 milioni di euro per pagare gli stipendi del personale delle ex Ipab. La gran parte degli Istituti per l’Assistenza e la Beneficenza oggi versa in gravi difficoltà economica e retributiva. L’intervento finanziario è stato programmato in una norma inserita nella scorsa Finanziaria regionale ed è stata estesa non solo agli istituti ancora operativi ma anche a quelli che non sono più in grado di operare, perché commissariati o addirittura in liquidazione. È il caso, per rimanere alle vicende della nostra provincia, dell’Ipab Serraino Vulpitta, dell’ex Ospizio Marino, della Giovanni XXIII di Marsala. Lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci, ha confermato che «oltre agli enti che presentano un disavanzo di gestione quest’anno sono state ammesse a contributo anche le Ipab non in grado di operare, incluse quelle per le quali erano state attivate le procedure di estinzione successivamente revocate a seguito della decisione della Corte Costituzionale, che ha sancito l’incostituzionalità della norma che obbligava i Comuni ad assumere il personale delle Ipab estinte». Quest’ultimo è il caso dell’ospizio Marino e del Serraino Vulpitta, i cui lavoratori, per altro sono senza stipendio da tre o quattro anni. Sempre sul tema lavoratori Ipab, l’assessore alla famiglia Antonio Scavone annuncia la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con il collega della Sanità, Ruggero Razza, che prevede la riqualificazione del personale in un’ottica di impiego nel Servizio sanitario regionale. E, infine, dopo l’approvazione da parte della giunta Musumeci del disegno di legge sul riordino delle Ipab, Scavone conferma che, alla ripresa dei lavori dell’Ars a settembre, chiederà la calendarizzazione della legge di riforma.