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“La variante Amleto”, il nuovo spettacolo del TAM -Teatro Abusivo Marsala

“La variante Amleto”, il nuovo spettacolo del nostro TAM – Teatro Abusivo Marsala, prende
ispirazione dalla lettura dell’Hamletmachine di Heiner Müller, piccolo capolavoro del teatro postcontemporaneo risalente alla seconda metà degli anni ‘70. Nel testo di Müller, messo in scena per la
prima volta da Bob Wilson, in realtà, non vi è una storia da raccontare: sono cinque scene (appena
nove pagine) che si susseguono senza soluzione di continuità e che hanno come protagonisti un
Amleto e una Ofelia che ritornano – forse dal mondo dei morti, forse da un altrove indefinito – a
raccontare la loro storia come dei vecchi attori. Questo escamotage narrativo, in realtà, secondo i
critici servì a Müller per parlare di quella che era all’epoca la drammatica situazione dei paesi sotto
il giogo del regime sovietico. Nel testo ci sono altre tematiche affrontate: quella della condizione
femminile, quella ambientale, la critica feroce nei confronti del moralismo borghese.
Prendendo spunto da Hamletmachine, il nostro lavoro parla dei tempi attuali, parla soprattutto di
quello che siamo diventati e di ciò che rischiamo di diventare, che è forse peggio di quello che
siamo adesso. È un lavoro duro, crudele, cattivo, acido. Questo, nelle nostre intenzioni, dovrebbe
servire a innescare, a far nascere nello spettatore un desiderio di tenerezza, di solidarietà, di
bellezza. Tutte cose che in qualche modo sembrano compromesse, oscurate da questi tempi così
difficili, dove – ad esempio – la stessa riflessione sul disastro ambientale incombente sembra
scomparsa dalla cronaca attuale, mentre invece meriterebbe un’attenzione necessaria e urgente
quanto mai. Nello spettacolo sono inserite una serie di interpolazioni tratte da opere di Shakespeare.
In particolar modo, sono presenti brani da Riccardo III, Macbeth, Amleto e due sonetti (il numero 1
e il numero 10).
Per noi questa messa in scena è un atto d’amore verso i nostri spettatori che vogliamo, sì, scuotere,
ma con l’intento di far nascere in loro una struggente malinconia per quello che siamo stati, per
quello che sembriamo aver dimenticato: il cammino che ci ha portato fin qui; la speranza che ha
ispirato i nostri giorni migliori; gli affettuosi gesti di solidarietà che hanno guidato le nostre azioni
più nobili. Queste “dimenticanze” ci costringono dentro una dimensione di cattiveria e di
solitudine, riducono il nostro presente a un orizzonte molto triste che il teatro a vocazione civile
(come quello che cerchiamo di fare noi) dovrebbe cercare di scongiurare. Mi verrebbe da dire che,
mettendo in scena la nostra “variante”, cerchiamo in realtà di suggerire una “costante” di umanità
per questo “inverno del nostro scontento”. Lo facciamo, ancora una volta, in totale autonomia, senza
chiedere contributi pubblici o altre sovvenzioni. Ma veniamo da mesi che ci hanno messo a dura
prova. Per questo motivo abbiamo deciso di mettere, per la prima volta, un biglietto d’ingresso a un
nostro spettacolo. Speriamo possa servire a ripianare una parte dei disastri che si sono accumulati in
questi ultimi mesi di chiusure ed emergenze e che hanno reso difficili le attività del TAM.
TAM, ci tengo a precisare, che continua a essere – anche se oggetto di qualche tentativo di
isolamento e di boicottaggio – l’unica realtà di formazione teatrale in questa città. Da dieci anni,
infatti, portiamo avanti questa nostra piccola “missione” con l’intento di fornire ai nostri allievi la
possibilità di confrontarsi con la migliore letteratura teatrale classica e contemporanea. Questo
perché pensiamo che la scena sia il luogo dove le contraddizioni debbano essere, per l’appunto,
rappresentate, manifestate, magari senza offrire una vera risoluzione, ma non per questo senza
costituirsi come luogo decisivo per la comprensione della realtà.
I protagonisti dello spettacolo sono sei meravigliosi attori del TAM: Giovanni Lamia, Alessandra
De Vita, Giorgia Amato, Giovanna Laura Messina, Raysi Santana e Cristiana Sanguedolce.
Oltre le due date serali del 17 del 18 agosto (ore 21) all’Ente Mostra di Marsala, c’è anche una data
particolare: quella del 19 all’alba (ore 05). Vogliamo sperimentare anche questa modalità, che già
tanti anni fa abbiamo messo in atto con le famose Albe allo Stagnone con tanto successo. Questa
volta vogliamo scoprire quello che accade all’interno del Chiostro del Carmine, luogo suggestivo
già di per sé, ma che all’albeggiare siamo sicuri debba riservare motivi di sorpresa e di stupore.

Massimo Pastore

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