L’aumento delle materie prime, a cominciare dall’energia e dal gasolio per autotrazione e per i mezzi agricoli (pur con accise agevolate), l’aumento dei fertilizzanti e delle sementi, rischiano di azzerare i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori per i loro prodotti. Molte imprese agricole, soprattutto le più piccolo, non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici, che si trasferisce a valanga sui bilanci delle aziende e dei singoli imprenditori agricoli costretti a vendere sottocosto.

Una situazione insostenibile – ha spiegato stamani Antonio Rallo, presidente coldiretti Trapani – che mette a rischio le forniture alimentari del Paese. Forniture che 740mila imprese agricole hanno garantito con costanza durante la pandemia. Ora queste aziende e questi imprenditori e lavoratori, che abbiamo inserito di diritto nella filiera degli eroi della pandemia, sono strozzati dalle speculazioni internazionali. Lo si legge sui loro cartelli, ma soprattutto sui loro volti preoccupati e delusi.

Chiedono un intervento del governo che possa calmierare gli aumenti, a volte ingiustificati, e perché argini le speculazioni. Oggi la Coldiretti di Trapani, organizzazione di categoria, è scesa in piazza a Trapani, di fronte al Palazzo del Governo, come hanno fatto le organizzazioni di tutto il Paese, da nord a sud, a cominciare da Roma in piazza Santi Apostoli, dove la Coldiretti ha organizzato la grande manifestazione nazionale per salvare l’agroalimentare Made in Italy e difendere l’economia, il lavoro ed i territori.

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